“La canicola di mezzogiorno ha ceduto il passo al fresco notturno. Stridono le cicale, gorgoglia l’acqua nei canali, si sente il profumo dei fiori, si agitano le chiome dei potenti platani, d’innanzi alla luce lunare risplendono misteriosamente le cupole rivestite di maiolica delle antiche costruzioni. Su tutta questa bellezza, si stende il manto nero del firmamento trapuntato di stelle. Pare che nell’aria stessa, dilaghi il mistero, Asia centrale fiabesca, magica. Qui, nell’Asia centrale, nel sud ai piedi degli altissimi sistemi montuosi del Tien Shan e del Pamir-Altai, incontriamo l’Uzbekistan dorato, con il deserto del Kyzylkum, tra sabbia dorata e silenzio ancestrale, dove poter passare la notte in una yurta tradizionale, la tipica tenda circolare utilizzata ancora oggi dai pastori nomadi, semplici, ma confortevoli con l’occasione unica di vivere come facevano (e fanno) i veri nomadi uzbeki. Alla sera, seduti attorno al fuoco per una cena tipica, tra suoni di strumenti tradizionali e racconti tramandati da generazioni. Un cielo stellato limpido, lontano da ogni rumore umano, farà da cornice ad un’esperienza che parla al cuore.”
Monti color lilla, deserti gialli, verdi oasi fiorenti, impetuosi torrenti di montagna: ineffabilmente bella è la natura dell’Uzbekistan. Generosa è la sua terra irrigata dall’acqua portata sui campi dai canali scavati dal suo popolo laborioso…
Cotone e bozzoli di seta, uva dolce e pesche, meloni fragranti e melograni porporei. Sui pascoli desertici, pascolano greggi di pecore caracul. Il suo clima è continentale, ricco di giornate di sole, con inverni brevi, primavere precoci, un’estate calda, arida ed un autunno mite. Millenni fa l’uomo si stanziò in questo angolo del globo terrestre. In tempi preistorici, qui nacque l’agricoltura su terre irrigue, base della vita di questi luoghi siccitosi.
La storia di questa terra, è complessa, ricca di lotte e di passioni, qui a partire dal primo millennio Avanti Cristo sorsero e comparvero Stati Antichi, il regno di Battriana, (tra Uzbekistan e Afghanistan), dei Sogdiani, un popolo iranico, che fondarono Samarcanda, la cui bellezza fu esaltata anche da Alessandro Magno sinonimo di meraviglia e leggenda, ha forgiato la sua fama come uno dei più antichi centri urbani del mondo. Fondata oltre 2.500 anni fa, fu la fulgida capitale dell’impero di Timur (Tamerlano), il condottiero che nel XIV secolo la trasformò in cuore intellettuale, artistico e commerciale dell’Asia Centrale, leggenda vuole, che Marco Polo restò talmente incantato dai colori e dai tesori di Samarcanda da definirla “la città più splendida di tutte le città”, e il regno di Parzia…. Qui passò la Grande Via della Seta: carovaniere commerciali che portavano dalla Cina all’Asia del nord. Infiniti conquistatori passarono su queste terre, spazzando via tutto sul loro cammino: dai soldati di Alessandro Magno alle orde di Gengiz Khan. Diverse etnie contribuirono alla creazione della cultura originale locale: Kushani e Tocari, Arabi e Persiani, Turchi e Mongoli… Nei secoli XI – XII si formò la popolazione uzbeka. La storia del popolo Uzbeco, è attraversata da periodi di altissima ascesa a quelli di profonda decadenza.
La cultura del popolo uzbeco è originale, custodisce con cura le tradizioni nazionali. Regalò al mondo geniali studiosi, illuministi, poeti: Avicenna e Ulug Beg, Navoi e Biruni…. L’architettura, la scienza, la letteratura uzbeche hanno profonde radici storiche. Fiore all’occhiello è l’artigianato: cesellatura, tessitura di tappeti, incisione su legno, ricamo d’oro e la fabbricazione di stoviglie. Il vestito nazionale uzbeco è la “Tiubeteika” ricamata d’oro e sete variopinte.
Un viaggio in Uzbekistan non è solo una scoperta di città maestose e architetture senza tempo: è un’immersione profonda in un patrimonio umano vivo, fatto di tradizioni, ospitalità genuina e saperi antichi.